L’ORARIO DI APERTURA PER UNO STUDIO ODONTOIATRICO E’ UN FATTORE COMPETITIVO?
Si dice che squadra vincente non si debba cambiare mai, anche se forse sarebbe meglio dire: quasi mai. Questo, naturalmente, sempre e solo sino a quando la squadra è e rimane veramente vincente.
Non a tutti però è così evidente che, nel nostro voler continuare a vincere, a volte ci si avvale di risultati positivi che vengono a noi regalati anche dall’intervento di fattori endogeni ed esogeni di
riequilibrio automatico dello studio. E se uno di questi fantomatici fattori di riequilibrio automatico
dello studio fosse proprio l’orario di apertura? Non credo che tutti noi si sia mai pensato all’orario di
apertura dello studio nei termini di un importante fattore di riequilibrio automatico; ecco perchè vale la pena di soffermarci qui e riflettere. Diciamo subito che, personalmente, penso che potrebbe esserci ben poco da discutere su questi orari, se gli stessi fossero stati da noi coerentemente scelti in funzione del segmento di mercato dei nostri potenziali pazienti nel momento in cui abbiamo
pensato di aprire il nostro studio. Forse questi nostri orari attuali non sono quelli che applicavamo
quando abbiamo aperto, quando non ci spaventavano né le ore quotidiane di lavoro alla poltrona,
né il lavorare di sabato. C’era meno burocrazia e tutti noi eravamo più entusiasti: nuovi davanti al nuovo con il nostro nuovo studio. Poi le cose sono cambiate e ci si è meglio organizzati, riducendo anche gli orari di apertura dello studio, senza che i pazienti se ne lamentassero più di tanto. Nel frattempo però il cittadino-paziente è cambiato,esattamente come noi siamo cambiati, ed ecco perché oggi dovremmo tornare a porci le quattro fatidiche domande del marketing più classico.
Queste domande, che non sono nulla di trascendentale anche per chi fosse rimasto a digiuno di marketing nell’ultimo trentennio, sono semplici, basilari e sostanzialmente ci fanno riflettere su chi è il paziente, anche se ovviamente il buon vecchio Kotler si riferiva al cliente: cosa vuole questo paziente, perché lo vuole, dove lo vuole e quando lo vuole. Ognuno di noi, anche solo per divertimento, si ponga tutte le domande che ho indicato e si dia pure da solo le risposte per il proprio studio,visto che noi qui ci soffermeremo solo sul: «ma il nostro paziente questa prestazione, quando la vuole?». La vuole quando noi gliela forniamo o la potrebbe anche volere in orari o in giorni che a lui potrebbero far più comodo, ma che da noi non trova come opzione? Non intendo suggerire di dilatare gli orari di apertura dello studio, perché ritengo che tutto ciò non ci dovrebbe interessare, se abbiamo uno studio ben radicato da tempo nel territorio, ben riconosciuto dai nostri pazienti per la serietà professionale che da sempre ci ha contraddistinto e che ci ha fatto apprezzare per la competenza nostra e del nostro team, oltre che per l’equità del costo delle nostre prestazioni.
E infatti, un siffatto studio odontoiatrico non potrebbe che produrre un fatturato più che adeguato
in prestazioni che ci gratificano con relativo giusto guadagno e utile. Squadra che continua a vincere? Non si cambia. E questo anche se di sicuro,a pazienti di altro segmento di mercato di questo nostro studio appena descritto, altri studi odontoiatrici offrono la prestazione “quando la
vuole”, approfittando, forse e anche, della presenza nei centri commerciali o in luoghi di grande passaggio, che proprio di sabato ottengono le maggiori performance in termini di numero di prestazioni. Aprire al sabato? Allora mi domando, e domando ai professionisti con pazienti nei segmenti di mercato che più hanno sofferto la crisi e che si sono liquefatti: perché non pensare
a questo fattore di riequilibrio dello studio, magari grazie anche ai giovani odontoiatri che dovrebbero rappresentare l’altra componente della staffetta generazionale, che dovrebbero oggi incominciare a prender coraggio per pensare, un domani, di rilevare i nostri studi? Perchè non proporre a questi giovani di collaborare con noi, incominciando a tenere aperto per loro il nostro studio proprio nella giornata di sabato o, in parte, nel mese di agosto, durante i ponti o le festività
natalizie? Forse a pensare l’impensabile ci si attira le critiche, ma non sempre si sbaglia.
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