IL BILANCIO PREVISIONALE DI CASSA IN UNO STUDIO ODONTOIATRICO
IL BILANCIO PREVISIONALE DI CASSA IN UNO STUDIO ODONTOIATRICO
Siamo in grado di fare un bilancio previsionale della liquidità di cassa del nostro studio per almeno i prossimi 6 mesi? Siamo sicuri di essere in grado di far fronte alle necessità di cassa in vista delle varie scadenze e soprattutto quando queste si sovrappongono con la scadenza per il pagamento delle tanto vituperate tasse? Se la risposta, nel proprio studio odontoiatrico, è “sì”, allora vuol dire che siamo preparati davanti ad un improvviso giorno di pioggia e non serve andar avanti nella lettura di questo articolo. Se invece questo non fosse il caso, allora è arrivato il momento di incominciare a pensare di governare l’aspetto finanziario del proprio studio in maniera un po’ più precisa.
Ma perché organizzarsi per governare il flusso di cassa del proprio studio quando, negli anni d’oro dell’odontoiatria, questa è stata proprio l’ultima delle esigenze per il professionista e così è stato almeno sino a quando lo studio è stato in grado di far fronte alle esigenze di cassa mensili, senza far ricorso allo scoperto di banca o ad altri artifici, tipo il finanziamento dello studio con mezzi propri per far fronte alle necessità finanziarie del momento?
La risposta è sin troppo evidente: perché se ancora permane del profitto negli studi odontoiatrici, non è detto che questo significhi automaticamente liquidità, tanto che è doveroso qui precisare che Il profitto è importante ma è vanagloria, visto che è la liquidità che è salute. E questo è dimostrato dal fatto che uno studio può fare anche importanti profitti, ma siccome non è il profitto che paga le fatture o gli impegni costanti di ogni mese, non è il profitto a dare la dovuta tranquillità al professionista. Immagino la gestualità di alcuni dei lettori davanti a questo passaggio, ma devo dir loro che non servono gli atti scaramantici per chi si ostina a restare fuori dai tempi, e mi affretto anche a tranquillizzarli perché, se questo è il loro pensiero, fornir loro i dati di un flusso di cassa sarebbe come cercare di far loro luce con una candela. E’ vero invece il contrario per tutti coloro che decidessero di voler gestire il proprio flusso di cassa, facilmente ed in maniera veloce, pur sapendo che agli inizi potrebbero anche essere presi da un certo scoramento per la difficoltà ad entrare in sintonia coi numeri, e questo vale soprattutto per tutti quei bravi professionisti che hanno studiato sui banchi del classico. Non importa. A chi decidesse di partire coi flussi di cassa dico di non preoccuparsi e, anche se l’impressione iniziale fosse quella di perdere tempo con la predisposizione di un piano che non porta utili addizionali allo studio, il risultato li ripagherà ampiamente perchè ne deriverà loro una maggiore tranquillità ed una migliore qualità di vita. E, visto che tra i consulenti che paghiamo abbiamo anche dei commercialisti, che continuano imperterriti a predisporci solo la dichiarazione dei redditi oltre a sbrigarci qualche altra formalità legale o fiscale, dobbiamo attivarci per dir loro che è arrivato il momento che si devono evolvere e ci devono supportare anche per l’ aspetto gestionale e per questi benedetti flussi di cassa, visto che nello studio odontoiatrico ci troviamo a combattere su nuovi fronti e con mutate esigenze. Lo studio odontoiatrico è oramai una piccola impresa ed il commercialista non lo può trattare al pari di qualche piccolo operatore del mercato ortofrutticolo, limitandosi semplicemente a dire quante tasse lo studio deve pagare. Un commercialista di un odontoiatra deve saper rispondere velocemente e cum grano salis al proprio cliente se effettuare o meno un investimento in quei beni strumentali che il professionista reputa necessari. Deve saper rispondere, sempre al proprio cliente che gli paga puntualmente le sue parcelle, che forma di finanziamento utilizzare ovvero se optare per un leasing o per un renting, ammesso che lui in primis si sia aggiornato e ben conosca le differenze tra le diverse forme di locazione finanziaria o operativa. Deve saper anticipare all’odontoiatra gli effetti di una simile scelta tra leasing o renting sul cash flow e sulla politica di perequazione delle tasse dello studio. Deve: certo; anzi dovrebbe. Ma come può un commercialista serio dare una risposta veloce e professionale al proprio cliente odontoiatra, se non dispone di un dato aggiornato della contabilità e non dispone di una cartella clinica con “l’anamesi” del suo “paziente-studio”? Fino a ieri se l’è sbrigata ripiegando e nascondendosi in maniera ignobile dietro agli studi di settore, ma ha solo tagliato al professionista la necessità di investire in tecnologie, facendogli scioccamente perdere in competitività. Così facendo, e sulla breve distanza, ha già dimostrato al suo cliente odontoiatra che il re è nudo perché, più che gli interessi del suo cliente, lui ha curato gli interessi dello stato italiano, visto che gli ha fatto anche pagare più tasse semplicemente perchè non gli ha permesso di investire e di precostituirsi costi detraibili.
Cosa che non sarebbe successa se il commercialista avesse saputo supportare lo studio nella stesura di un serio piano finanziario, oltre che di un bilancio previsionale per l’esercizio ed a produrgli risultati per trimestre, aiutandolo nell’analisi con un raffronto sul bilancio previsionale dell’anno in corso e rispetto all’andamento dello stesso periodo nell’esercizio precedente.
Con questi dati lo studio odontoiatrico sarebbe preparato anche davanti ad un imprevisto giorno di pioggia e, una volta superata la fase di impostazione del lavoro a computer, questo importantissimo schema di lavoro richiederebbe solo un paio d’ore al mese per l’aggiornamento.
Un paio d’ore di lavoro al mese, per disporre di una bussola in un mare di fastidiose onde al traverso, non potrebbero essere sufficienti per aver quella tranquillità mentale che aiuterebbe a pianificare la liquidità di cassa oltre che a supportare il professionista nelle varie scelte, investimenti e non inclusi?
DR. QUARANTA Maurizio
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