ODONTOIATRIA E RADIOLOGIA CBCT
L’indagine radiologica qualificata come atto medico di competenza esclusiva del radiologo
Dinanzi alle tante critiche aperte verso gli esami radiologici si è espresso il Tribunale del TAR di Trieste: l’indagine radiologica deve essere qualificata come atto medico di esclusiva competenza dello specialista medico radiologo. Allo stesso specialista va inoltre demandata la valutazione dell’esame, in concreto sia per giustificare l’effettuazione dello stesso sia per valutarne l’utilità diagnostica.Tale competenza a favore del medico radiologo trova conforto nelle disposizioni normative che pongono a carico dello specialista la responsabilità clinica e radio-protezionistica dell’esame (art. 5, comma 2, d.lgs. 26 maggio 2000, n. 187: «Ogni esposizione medica di cui all’articolo 1, comma 2, è effettuata sotto la responsabilità dello specialista»), fatte salve le possibilità di svolgere attività radiodiagnostiche complementari da parte del medico chirurgo specialista o dell’odontoiatria per lo svolgimento di specifici interventi di carattere strumentale propri della disciplina, purché essi siano contestuali,integrate e indilazionabili. La qualificazione dell’indagine radiologica come atto medico di esclusiva competenza dello specialista medico radiologo pone quindi l’illegittimità di spazi di autonomia diagnostica a soggetti diversi dai medici specialisti radiologi. A nulla vale l’escamotage di definire a priori, in via meramente generale e astratta sulla base di criteri condivisi e consolidati nel tempo, le tipologie di indagini radiologiche effettuabili in assenza della previa valutazione da parte del medico specialista radiologo, in quanto essi sono evidentemente in conflitto con l’esigenza – affermata dalla norma – di previa valutazione da parte dello specialista del concreto caso clinico e delle caratteristiche della persona interessata. Surgical Tribune Italia Ogni esposizione medica è effettuata sotto la responsabilità dello specialista
Il vice presidente Adde contesta la “competenza esclusiva dei radiologi” «il dentista è un signor professionista anche quando fa le radiografie»
Leggendo l’articolo “L’indagine radiologica qualificata come atto medico di competenza esclusiva del radiologo”, mi viene da sorridere amaramente per la reiterata volontà di ogni corporazione italiana, nel Paese dei Guelfi e dei Ghibellini, di difendere il proprio orticello. Cosa che trovo semplicemente ridicola, oltre che antistorica, ma lascio ai vari Orlando il compito di restare a Roncisvalle e suonare il loro corno fungendo da retroguardia, e ricordando loro che il povero Orlandolo fece per combattere solo una battaglia e con un atteggiamento eroico, ma esclusivamente tattico. Nessuno mai ha osato, né oserebbe, invece,
condurre strategicamente una guerra di retroguardia, perché un conto è la tattica, un conto la strategia. E le due cose sono ben diverse come sostantivi e come funzioni. Lo dico solo ed esclusivamente per spiegare ai vari signori delle lobby sbagliate che le guerre di retroguardia condotte come strategiche, per oscurantismo e restaurazione nel dentale, prendono e continueranno
a prendere solo ed esclusivamente sonore legnate. Non voglio minimamente entrare in merito all’affermazione contenuta nell’articolo «Tale competenza a favore del medico radiologo trova conforto nelle disposizioni normative che pongono a carico dello specialista la responsabilità clinica e radio-protezionistica dell’esame (art. 5 comma 2 d.lgs 26 maggio 2000)», semplice mente perché andrebbe corretto il verbo “trova”. Non è giusto infatti indicarlo come “tempo presente”, ma andrebbe indicato con l’imperfetto, per tutto quello che è stato legiferato e interpretato dal 2000 a oggi. Ognuno è quindi libero di pensare e di scrivere quello che crede, ma dovrebbe smetterla di fare terrorismo psicologico per interessi di parte: lo trovo insopportabile. Vadano oltre questi signorotti italiani, escano dal castello del Griso di manzoniana memoria e trovino finalmente il coraggio e la forza di passare all’azione, anziché far i bombaroli che lanciano la bomba per poi nascondere la mano. L’Europa li aspetta a braccia aperte con un pensiero guida dettato solo da un motto: legiferare sempre nell’interesse del cittadino paziente, sia per la sua salute sia per le sue tasche. Questo concetto li seppellirà con una risata, non di certo sessantottina, che questi signori si possono evitare, non fosse altro che per orgoglio della lobby che difendono, se solo si informassero di quanto già successo e disposto in Paesi come la Germania e l’Olanda, facendo da storia per il resto dell’Europa, Italia inclusa. Chi scrive queste cose non è un giudice e non pensa minimamente a legiferare o entrare nei cavilli delle varie sentenze. È solo il povero vice
presidente dell’ADDE – Associazione dei Dental Dealers Europei – che compatta con il resto del dentale, combatte
per tutto il dentale paziente-centrico per difendere gli interessi del cittadino paziente, affinché venga curato con scienza e coscienza da un signor professionista, medico o odontoiatra che sia. Un signor professionista odontoiatra italiano, rappresentante di un’eccellenza indiscussa a livello mondiale. Mentre solo parte dei radiologi italiani lo vivono ancora come un asino che vorrebbero sempre in castigo dietro la lavagna.
I dentisti non sono dei medici falliti: finita per sempre questa leggenda metropolitana. Gli odontoiatri non saranno dei radiologi, ma esattamente come i radiologi non sono dentisti né conoscono a fondo le esigenze dell’odontoiatria facendo delle TAC, con tagli e immagini spesso inservibili, ma che costano spesso il doppio al cittadino paziente. E soprattutto, spesso
e volentieri lo espongono a doppie radiazioni nei centri di radiologia. Con questo mi firmo e attendo le immancabili diffide in tribunale.
Maurizio Quaranta
- COMUNICAZIONE: SFIDE E OPPORTUNITA’ PER LO STUDIO PROFESSIONALE 2.0
- LEGIONELLA E RIUNITI ODONTOIATRICI